Nel corso della giornata di giovedì 14 ottobre 1999, una pattuglia della polizia
stradale di San Bernardino intercettava sulla semiautostrada A13, nei pressi di Nufenen,
una vettura precedentemente segnalata come rubata. Inutilmente gli agenti tentavano di
costringere il conducente della vettura, che stava procedendo in direzione nord, a
fermarsi. Nel corso dell’inseguimento, il conducente della vettura inseguita eseguiva a
più riprese delle manovre spericolate. Da parte della polizia, venivano sparati cinque
colpi in direzione dell’autovettura in fuga. Nonostante la vettura fosse stata raggiunta
dai proiettili, il conducente proseguiva la sua corsa. Dopo un inseguimento di oltre dieci
chilometri, la macchina usciva dalla semiautostrada all’altezza dello svincolo di Sufers,
per immettersi di nuovo sulla A13. Successivamente la vettura inseguita andava a
schiantarsi contro un’automobile condotta da un ticinese, che stava sopraggiungendo
correttamente sulla corsia sud, in direzione di San Bernardino. Nell’urto il 34enne
ticinese perdeva la vita. Uno dei due agenti di polizia riportava ferite alla testa. A
seguito delle lesioni riportate l’agente è ancora a tutt’oggi inabile al lavoro al
100%.
Nei confronti dei due agenti di polizia la Procura pubblica dei Grigioni ha avviato
un’inchiesta per omicidio colposo e esposizione a pericolo della vita altrui. Le indagini
esperite in merito, hanno accertato, che l’incidente è avvenuto in quanto il conducente
del veicolo inseguito nell’immettersi sulla A13 a Sufers aveva eseguito una sterzata a
sinistra. Dalla ricostruzione della dinamica dell’incidente si evinceva, che la vettura
inseguita dapprima aveva cozzato contro la vettura di servizio dei due agenti di polizia,
che in quel momento stavano tentando di sorpassarla, e, dopo aver invaso la corsia di
contromano era andata a schiantarsi contro la vettura guidata dal conducente ticinese.
Inoltre dagli accertamenti si stabiliva, che non c’era stato alcun urto tra la vettura di
servizio della polizia e l’automobile dello sfortunato 34enne. In merito ai colpi d’arma
da fuoco sparati dalla polizia, la perizia eseguita dal Wissenschaftlichen Dienst della
polizia municipale di Zurigo, attestava che quattro proiettili in tutto, avevano colpito
entrambi i pneumatici della vettura inseguita, due per ogni pneumatico. Il quinto si era
conficcato nel rivestimento della portiera. La perizia confermava che nessuno dei colpi
avevano influito in qualche modo sulla manovrabilità della vettura inseguita. Ne
discende quindi, che non era dato alcun nesso causale diretto tra l’impiego dell' arma
da fuoco da parte della polizia e la dinamica dell’incidente. Sulla base di queste
conclusioni, non si è reso necessario verificare, se gli agenti di polizia nel ricorrere
all’uso dell'arma da fuoco hanno agito correttamente o meno. Secondo la Procura
pubblica dei Grigioni agli agenti di polizia non può venir imputato di non aver
previsto l’eventualità di un possibile incidente della circolazione e pertanto di desistere
dall’inseguimento. La decisione presa dai due agenti, segnatamente di cercare di
fermare al termine dell’inseguimento la vettura in fuga, viene considerata plausibile.
Difatti, come emerso nel corso dell’inchiesta, gli agenti avevano buoni motivi per
ritenere che degli occupanti della vettura in fuga trattavasi di cittadini stranieri
soggiornanti illegalmente in Svizzera e sospettati di essere gli autori di numerosi reati.
All’inizio del mese di settembre, la Procura pubblica dei Grigioni ha pertanto
abbandonato l’inchiesta a carico dei due agenti di polizia. Il relativo decreto
d’abbandono non è ancora cresciuto in giudicato.
L’inchiesta a carico del conducente rumeno della vettura inseguita non è ancora
conclusa.
Quelle: Staatsanwaltschaft Graubünden