"Se gli argini dell'Europa cedono, anche la Svizzera si ritroverà a dover lottare contro il naufragio", ha affermato la Presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf in occasione della sua allocuzione del 1° agosto di quest'anno, alludendo all'eventualità che la Grecia e in seguito forse anche altri Stati europei fortemente indebitati come Portogallo, Spagna, Irlanda, o Italia, debbano uscire dall'unione monetaria.
La disgregazione dell'eurozona, che nonostante l'attivazione del meccanismo di salvataggio europeo (MES) permanente non sembra esclusa, avrebbe quindi conseguenze anche per i Grigioni.
In questo senso, le firmatarie e i firmatari chiedono al Governo di rispondere alle seguenti domande:
1. Quali conseguenze avrebbe la disgregazione dell'eurozona per
a) l'economia pubblica grigionese in generale?
b) il bilancio statale dei Grigioni?
c) gli istituti del Cantone, come la Banca Cantonale Grigione, la Cassa pensioni del Cantone dei Grigioni, ecc.?
2. Quali strategie persegue il Governo per attenuare eventuali conseguenze negative della crisi dell'euro sui Grigioni?
3. Il Governo ha già adottato misure o intende adottare delle misure?
Coira, 24 ottobre 2012
Niederer, Hartmann (Coira), Kappeler, Albertin, Augustin, Berther (Disentis/Mustér), Berther (Camischolas), Blumenthal, Bondolfi, Caduff, Casutt-Derungs, Cavegn, Clalüna, Della Vedova, Dermont, Dosch, Fasani, Foffa, Geisseler, Gunzinger, Hitz-Rusch, Holzinger-Loretz, Kleis-Kümin, Kollegger (Malix), Krättli-Lori, Lorez-Meuli, Märchy-Caduff, Michael (Donat), Noi-Togni, Parolini, Rosa, Stiffler (Coira) , Tenchio, Tomaschett (Breil), Tomaschett-Berther (Trun), Zanetti, Camathias, Degonda, Haltiner, Lauber, Patt (Jenaz), Rischatsch-Casaulta, Schucan
Risposta del Governo
Al momento, un'uscita di singoli Stati membri o anche una completa disgregazione dell'eurozona non si possono escludere completamente. Considerate le misure adottate dalla Banca centrale europea, la possibilità appare tuttavia un po' meno probabile rispetto a qualche mese fa. La crisi del debito europea dimostra l'importanza fondamentale di finanze statali sane per il mantenimento della capacità d'agire degli Stati e degli altri Stati membri. In questo contesto, il freno all'indebitamento della Svizzera funge da modello. Anche il bilancio cantonale deve essere in equilibrio a lungo termine. Per evitare deficit strutturali, a medio termine uscite ed entrate vanno mantenute in equilibrio.
1a) Considerati gli scambi commerciali diretti con l'estero piuttosto limitati, le conseguenze dell'uscita di un singolo Stato sarebbero perlopiù di natura indiretta per l'economia grigionese. Una disgregazione dell'eurozona trascinerebbe l'intera Unione europea in una recessione. Di conseguenza, la domanda da parte di mercati importanti per i Grigioni come la Germania scenderebbe notevolmente. In particolare, a medio termine non ci si potrebbe attendere una ripresa della domanda turistica da parte di Paesi dell'UE. Le conseguenze per l'economia pubblica della Svizzera e quindi anche dei Grigioni dipendono però molto dal fatto se la Banca Nazionale riuscirà a mantenere il tasso di cambio dell'euro a 1.20 franchi.
1b) Dal lato delle entrate sarebbero da attendersi forti conseguenze negative. In particolare, per quanto riguarda le partecipazioni agli utili della Banca nazionale svizzera (BNS) e le imposte federali dirette, a breve termine ci si dovrebbero attendere notevoli perdite. A medio termine, si dovrebbe partire dal presupposto di un calo dei versamenti da parte di Confederazione e Cantoni in relazione alla perequazione delle risorse. Ma sarebbero da attendersi anche perdite per quanto riguarda le imposte cantonali e i ricavi da investimenti dei beni patrimoniali. Non sono tuttavia possibili affermazioni relative alle presunte dimensioni dell'aggravio complessivo del bilancio cantonale.
1c) Considerato il contesto di politica finanziaria ed economica, la Cassa cantonale pensioni dei Grigioni (CPG) è cauta. La CPG sarebbe ovviamente interessata da una disgregazione dell'eurozona, ma in misura meno accentuata di quanto lo sarebbero altre imprese. Gli impegni esteri della Banca Cantonale Grigione sono moderati e si limitano al minimo necessario dal punto di vista aziendale. Per la Banca Cantonale Grigione, le conseguenze dirette di una disgregazione dell'eurozona sarebbero gestibili. Oggi, le conseguenze finanziarie indirette per la Banca Cantonale Grigione non sono praticamente prevedibili.
2. In linea di principio, va continuata la politica finanziaria del Cantone a lungo termine e anticiclica dimostratasi valida. Interventi statali volti a combattere le fasi di recessione vanno adottati con estrema moderazione. Con i valori indicativi di politica finanziaria del Gran Consiglio, nel quadro del preventivo annuale sono fissate chiare direttive relative alla gestione del bilancio pubblico. In tempi di crescita economica negativa, il valore indicativo di politica finanziaria, adeguato per il 2013, relativo ai disavanzi del preventivo, in combinazione con misure volte a stabilizzare la congiuntura durante al massimo tre anni, permette eccedenze di spese per un importo massimo di 80 mio. di franchi (anziché 50 mio. di franchi). Se la crisi dell'euro porterà davvero a una fase di recessione anche in Svizzera, i mezzi a disposizione per misure di sostegno congiunturale sarebbero limitati, indipendentemente dal capitale proprio dichiarato.
3. Attualmente, la situazione dell'economia grigionese, fatto salvo il settore turistico, è ancora soddisfacente. Misure volte a stabilizzare l'economia grigionese hanno senso soltanto se adottate in conformità ai programmi congiunturali della Confederazione. Di conseguenza, si deve mirare a un coordinamento con la Confederazione. Attualmente non è possibile prevedere misure concrete.
17 dicembre 2012