Ad inizio dicembre abbiamo appreso che il Consiglio degli Stati, dopo il sì del Nazionale, ha approvato una mozione che prevede una sanatoria per gli edifici costruiti più di 30 anni fa fuori dalle zone edificabili. La decisione, tra l’altro, non si riferisce solo ai Maiensässe grigionesi, ma pure ai rustici ticinesi e agli chalet vallesani.
Anche a seguito di questa decisione a livello federale il tema è rimbalzato molto velocemente tra le valli alpine e diversi enti di sviluppo regionale si sono già mossi per promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione degli edifici fuori zona edificabile.
Queste notizie dimostrano come sia importante occuparsi con maggior insistenza del tema dei rustici, in un’ottica non solo di divieto ma piuttosto legata alle opportunità che essi possono rivestire per il futuro delle periferie. Sappiamo benissimo che questo patrimonio, per vari motivi, è oggi seriamente a rischio (stabili agricoli di grande valore storico, architettonico e paesaggistico, oggi in disuso continuano inesorabilmente a crollare): è perciò indispensabile fare di tutto per salvare il salvabile.
Siamo dell’idea che per perseguire questo obiettivo, occorre cambiare approccio nei confronti del territorio fuori zona edificabile: gli interventi di ristrutturazione, a carattere conservativo e/o con cambiamento di destinazione, devono essere favoriti e incentivati perché concorrono alla tutela del paesaggio. Non devono – come avviene adesso – essere considerati delle eccezioni (oppure addirittura ostacolati a seguito di un atteggiamento troppo intransigente). Questo nuovo approccio si giustifica anche perché il territorio fuori zona edificabile è un patrimonio di valori, risorse e saperi, importanti per il futuro delle zone discoste, per il benessere dei cittadini e per sviluppare nuove offerte legate al turismo sostenibile e all’economia del settore primario. La montagna deve essere vista in modo dinamico, unendo tradizione, tutela, valorizzazione ma pure spirito innovativo.
Del resto, gli edifici fuori zona edificabile rappresentano il modo in cui i nostri antenati sono riusciti ad avere un rapporto funzionale ma pure armonioso con il territorio montano, adattandosi e individuando soluzioni anche ingegnose per riuscire a vivere e a lavorare in condizioni spesso avverse. È nostro dovere, perciò, dare continuità – con degli ovvi adattamenti, a seguito dell’evoluzione della società – a questo rapporto con il territorio.
Secondo noi, quindi, è arrivato il momento di rivedere il quadro legale in vigore, alfine di permettere al buon senso di prevalere sull’applicazione di principi giuridici, corretti sulla carta, ma che nulla hanno a che vedere con la dignità delle nostre montagne e di chi un tempo li ha vissuti. L’articolo legislativo in questione, come noto, è il 24 della Legge federale sulla pianificazione del territorio (e relativa Ordinanza). Beninteso, le norme dovranno sempre essere rigorose e puntuali, per consentire interventi rispettosi delle tipologie architettoniche tradizionali; ma è essenziale riconoscere anche un valore paesaggistico e culturale agli edifici alpestri fuori zona edificabile, affinché uomo e natura abbiano relazioni positive e rispettose.
Alla luce di quanto sopra, e auspicando che il Governo condivida le preoccupazioni espresse e la necessità di attuare un cambio di paradigma nel settore della gestione del territorio fuori zona edificabile, chiediamo al Lodevole Governo retico di attivarsi presso la Conferenza dei Cantoni alpini e di promuovere – tramite le rispettive Deputazioni alle camere federali – la revisione della Legge sulla pianificazione del territorio, in sintonia con gli intendimenti presentati in questo atto parlamentare.
Coira, 15 febbraio 2023
Censi, Crameri, Salis, Adank, Altmann, Beeli, Berweger, Brandenburger, Bundi, Candrian, Claus, Della Cà, Derungs, Dürler, Favre Accola, Feuerstein, Furger, Gansner, Grass, Haltiner, Hartmann, Heim, Heini, Hohl, Hug, Jochum, Kienz, Koch, Kohler, Laim, Lamprecht, Loepfe, Loi, Luzio, Maissen, Mani, Menghini-Inauen, Messmer-Blumer, Michael (Donat), Michael (Castasegna), Natter, Pfäffli, Righetti, Rodigari, Roffler, Sax, Schutz, Spagnolatti, Stiffler, Tanner, Thür-Suter, von Tscharner, Weber, Wieland, Zanetti (Sent)