In virtù della Legge federale sul lavoro nell'industria, nell'artigianato e nel commercio (Legge sul lavoro) del 13 marzo 1964 sono considerati giorni festivi i giorni parificati alle domeniche o i giorni durante i quali giusta le disposizioni cantonali o comunali è vietato lavorare. In questo contesto si deve tener conto delle seguenti differenze:
I giorni festivi riconosciuti dal diritto federale vengono parificati alle domeniche. I cantoni possono parificare alla domenica al massimo altri otto giorni festivi all'anno (art. 20a cpv. 2 Legge sul lavoro). Durante questi otto giorni il lavoro è vietato come lo è pure durante le domeniche. Se durante questi giorni si deve lavorare è necessario un rispettivo permesso eccezionale. Oltre agli otto giorni festivi citati i cantoni o i comuni possono prevedere ulteriori giorni festivi. Questi non sono però parificati alle domeniche ai sensi della citata Legge sul lavoro, ma sono considerati giorni di lavoro normali durante i quali non è permesso lavorare sulla base di prescrizioni sui giorni di riposo cantonali o comunali.
Ai sensi dell'art. 2 della Legge cantonale sui giorni di riposo pubblici (Legge sui giorni di riposo) del 22 settembre 1985 i seguenti sette giorni festivi sono parificati nel Can-tone dei Grigioni alle domeniche ai sensi della Legge sul lavoro:
Capodanno, Venerdì Santo, Lunedì di Pasqua, Ascensione, Lunedì di Pentecoste, Natale e Santo Stefano. Viene ad aggiungersi il 1° Agosto quale ulteriore giorno festivo disposto dalla Confederazione.
La mozione persegue l'obiettivo d'introdurre, oltre agli otto giorni festivi succitati, il 1° Maggio e il 1° Novembre quali giorni di riposo cantonali. Ai sensi dell'art. 4 sgg. della Legge sui giorni di riposo pubblici, durante questi giorni sarebbero vietate tutte le attività che non sono esplicitamente permesse. Nella motivazione le firmatarie e firmatari della mozione rinviano al fatto che le conseguenze della cronica pressione nel mondo del lavoro si manifestano in un numero di casi di malattia in constante
aumento e causano alla società spese pari ad alcuni miliardi. Oltre a ciò da un confronto con i cantoni confinanti e gli altri cantoni svizzeri risulta che questi hanno un numero di giorni festivi più alto rispetto al Cantone dei Grigioni.
Il Governo è in linea di principio d'accordo con le firmatarie e i firmatari della mozione sul fatto che il Cantone dei Grigioni non si situa in testa nel paragone globale con i cantoni svizzeri per quanto concerne la sua normativa sui giorni di riposo. Riguardo al 1° Maggio va pertanto osservato che questo giorno è riconosciuto come giorno festivo soltanto da un numero relativamente esiguo di Cantoni (i due Semicantoni di Basilea, Giura, Sciaffusa, Ticino, Turgovia e Zurigo). Ognissanti è giorno festivo ufficiale nei Cantoni prevalentemente cattolici della Svizzera interna (Uri, Svitto, Nidvaldo e Obvaldo, Zugo e Lucerna) nonché nei Cantoni di Argovia, Appenzello I., Basilea Campagna, Friburgo, Glarona, Giura, Soletta, San Gallo, Ticino e Vallese.
È altresì incontrastata la motivazione addotta dalle firmatarie e dai firmatari della mozione e cioè che si registra un aumento dello stress e della pressione sul posto di lavoro. Il Governo è pertanto dell'avviso che proprio questa constatazione non sostiene in nessun modo le constatazioni delle firmatarie e dei firmatari della mozione. Una riduzione per legge della durata del lavoro nella misura di altre due giornate di riposo comporterebbe una maggiore pressione per le collaboratrici/i collaboratori in quanto, come risaputo, il volume di lavoro non diminuisce. Questa era in ogni caso l'opinione di numerose collaboratrici e numerosi collaboratori cantonali espressa in occasione della disposizione adottata dal Governo per la trasposizione in pratica delle misure di risparmio nel 2000 e contemplante due giorni di vacanza supplementari.
Si rinvia infine al fatto che lo sviluppo della società sta andando chiaramente nella direzione di una flessibilizzazione e liberalizzazione della durata del lavoro. Oltre a ciò occorre considerare che l'economia indigena non è dotata d'imprese finanziariamente solide e attive a livello mondiale, ma che fa capo piuttosto a piccole e medie imprese in permanente lotta concorrenziale. Con l'introduzione di altri due giorni di riposo si renderebbe, proprio a queste imprese, un pessimo servizio.
Sulla base delle presenti esposizioni il Governo propone di non accogliere la mozione.
20 febbraio 2001