Il Governo condivide l'opinione delle interpellanti e degli interpellanti per cui nel corso degli ultimi anni sono di molto cresciute le pretese nei confronti del corpo docente. Ciò è pure il caso di numerose altre professioni. Molte delle innovazioni e delle modifiche, che hanno contribuito ad incrementare quanto richiesto alle e agli insegnanti, sono menzionate nel testo dell'interpellanza e hanno per conseguenza discussioni concernenti adeguamenti nel settore delle condizioni di assunzione.
Oggigiorno una o un insegnante assunta/o in pianta stabile riceve uno stipendio annuale per le diverse prestazioni che fornisce per la scuola. Tale remunerazione si basa su un determinato numero di lezioni impartite durante le 38 settimane di scuola. L'attuale base di calcolo genera ripetutamente nell'opinione pubblica l'errata supposizione che una o un docente con un orario lavorativo di 30 lezioni settimanali percepisca lo stipendio per 38 x 30, vale a dire per un totale di 1140 lezioni impartite sull'arco di un anno scolastico. La preparazione, la revisione, la correzione, i compiti nell'ambito della direzione della scuola, l'aggiornamento ecc. vengono spesso dimenticati nell'indicare, sotto forma di lezioni, i doveri di una o un docente. Che le e gli insegnanti di tutti i gradi scolastici siano confrontati con un considerevole dispendio di tempo lavorativo e che, per quanto riguarda il loro orario di lavoro, non debbano temere confronti con altre professioni, lo ha chiaramente illustrato un'indagine condotta dal professor Hermann Forneck nell'anno 2000 nel Canton Zurigo.
Affinché le e gli insegnanti possano svolgere il proprio operato in maniera ottimale, necessitano di buone condizioni di lavoro. In questo ambito lo stipendio gioca sì un ruolo importante, ma non è l'unico elemento rilevante. Rivestono perlomeno pari importanza altri fattori quali un aggiornamento mirato o la stima della professione in seno alla società.
In merito alle domande concrete formulate nell'interpellanza è possibile osservare quanto segue:
1. Se confrontato a livello intercantonale, il rapporto fra lavoro e remunerazione delle e degli insegnanti grigionesi si posiziona nella seconda metà della graduatoria. In considerazione della capacità finanziaria, anch'essa paragonata su base intercantonale, il piazzamento nella graduatoria risulta ragionevole.
2. Il Governo è dell'avviso che attualmente non urga né un incremento generale dei salari né una riduzione generale del numero delle lezioni d'insegnamento. In questo ambito vanno per contro tenuti presenti i mutamenti attualmente in corso a livello nazionale nella formazione di base delle e degli insegnanti. Si prevede inoltre di ampliare con continuità, nel corso dei prossimi anni, le offerte di aggiornamento a garanzia della qualità scolastica (fra l'altro anche per le mansioni nell'ambito della direzione scolastica).
3. Il Governo sostiene gli sforzi atti a rendere più trasparente nell'opinione pubblica l'intera gamma di prestazioni fornite dalle e dagli insegnanti. È bene spiegare che l'orario di lavoro annuo delle e dei docenti ammonta, come per altri lavoratori, a 2000 ore lavorative circa. Una o un docente effettua queste ore in parte sotto forma di lezioni, in parte sotto forma di riunioni con genitori, lavoro di gruppo, contatti con le autorità nonché sotto forma di aggiornamento. Durante l'orario di lavoro, nel „caso normale“ 42 ore settimanali per 48 settimane, l'orario lavorativo annuo di una o un docente si ripartisce su meno settimane caratterizzate però da un onere di lavoro maggiore. Quale altra misura è attualmente in fase di sperimentazione un potenziamento mirato dell'aggiornamento.
Il Governo spera che questi provvedimenti contribuiscano a rafforzare e migliorare in genere l'immagine che il corpo insegnante ha di sé, la figura dell'insegnante nell'opinione pubblica e quindi l'attrattiva della professione di docente.
27 febbraio 2001