Le manifestazioni pacifiche fanno parte di una democrazia. Sono uno strumento per la libera espressione delle opinioni e in quanto tali un diritto fondamentale. Le manifestazioni fanno anche parte dell'Annual Meeting del WEF a Davos. Proprio lì dove la popolazione è esclusa dalle discussioni che si svolgono all'interno del centro congressuale è necessaria la possibilità di esprimere liberamente la propria opinione in strada. Dopo il WEF di quest'anno i media si sono chiesti: "Dov'è rimasta la libertà di espressione a Davos?" Sono complessivamente cinque le manifestazioni che non sono state autorizzate. Sono state ammesse soltanto singole azioni, vincolate a condizioni astruse. Ad esempio, un'azione contro la politica di Donald Trump è stata autorizzata a condizione che fosse composta da sole cinque persone, le quali dovevano sempre tenere una distanza di 100 metri tra loro.
Un'altra di queste azioni di protesta legali è stata ostacolata da interventi della polizia. Membri della Gioventù socialista che a seguito della manifestazione non autorizzata contro la politica di Donald Trump hanno organizzato una protesta individuale con livestream sono stati arrestati dalla Polizia cantonale senza serie ragioni. Stando a quanto riferito dai media, un giornalista della NZZ che si è rifiutato di cancellare quanto ripreso con la videocamera è stato arrestato mentre svolgeva il suo lavoro.
Il Comune di Davos ha addotto le grandi quantità di neve quale ragione per la decisione di non autorizzare le manifestazioni a Davos. Tuttavia ciò non spiega le condizioni citate e gli arresti menzionati. Inoltre il giorno della prevista manifestazione la piazza che avrebbe dovuto ospitarla era libera dalla massa di neve. Le previsioni meteo del lunedì lo avevano annunciato. Non ha potuto essere fugata l'impressione che il Comune di Davos abbia subito pressioni che hanno determinato la sua decisione (ad es. in relazione alle trattative in corso per un prolungamento del contratto).
I diritti fondamentali devono essere accordati. Né le pressioni esercitate dal WEF né quelle esercitate da un altro Stato nazionale possono rappresentare una legittimazione per limitare la libera espressione delle opinioni nei Grigioni. Ciò considerato, le firmatarie e i firmatari pongono al Governo le seguenti domande:
1. Da parte del Cantone vi sono state obiezioni a uno svolgimento delle manifestazioni che non sono autorizzate? Se sì, quali?
2. Come valuta il Governo il rigido rifiuto (e la relativa motivazione) di diverse domande per manifestazioni pacifiche e non violente a margine dell'Annual Meeting 2018 del World Economic Forum?
3. Il Governo è a conoscenza di ragioni contrarie a un rilascio dell'autorizzazione, diverse da quella delle grandi quantità di neve? Se sì, di quali?
4. Quanti arresti sono stati registrati durante il WEF alla base dei quali non si trovava alla fine alcuna fattispecie penale?
5. Qual è la posizione del Governo in merito ad arresti poco trasparenti come quello di un giornalista della NZZ e quelli dei membri della Gioventù socialista svizzera?
Coira, 12 febbraio 2018
Caviezel (Coira), Locher Benguerel, Atanes, Baselgia-Brunner, Bucher-Brini, Cahenzli-Philipp, Jaag, Monigatti, Noi-Togni, Perl, Peyer, Pfenninger, Pult, Thöny