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Sessione: 30.05.2000
Nell'ottobre del 1998, popolo e Cantoni hanno accettato la legge sulla pianificazione del territorio col sostegno particolare dei contadini che sotto un certo aspetto, in base ai contenuti di tale legge, si sentivano favoriti e avvantaggiati nella possibilità di accedere a costruzioni complementari parallelamente all'azienda familiare sotto forma di un'officina meccanica per la riparazione del macchinario agricolo, di una piccola falegnameria addetta alla preparazione del materiale destinato al potenziamento aziendale, ed anche di riattazione di un qualche rustico nelle vicinanze dell'azienda, mantenendo la caratterista contadina, dando la possibilità di soggiorno temporaneo a qualche famiglia di turisti di passaggio con consumo di prodotti aziendali e anche la commercializzazione degli stessi, favorendo la crescita dell'agriturismo, recuperando in parte le perdite del mancato guadagno dovuto alla concorrenza del mercato. Una ricompensa più che mai giustificata.
Ma da quanto traspare dagli ambienti federali, l'Ordinanza di applicazione potrebbe essere modificata soprattutto su pressione degli ambientalisti, i quali non esitano nel voler imporre i loro obiettivi.
Siamo coscienti che la Confederazione non fa differenza tra le zone di pianura e quelle di montagna; in queste ultime sono notevoli i disagi concernenti la gestione del territorio. Ogni anno ettari di terreno agricolo produttivo si trasformano in bosco incolto. La cessazione dell'attività contadina a 65 anni d'età, per cui non vengono più riconosciuti i contributi dello stato alla coltivazione e alle unità, la riteniamo troppo penalizzante, data anche la carenza di sostituzione e di continuità fra le giovani leve. La cura del paesaggio è messa in pericolo. Il libero mercato di prodotti sta declassando la nostra economia sempre più minacciata dalla concorrenza e dalla produzione estera di quelle nazioni cui reddito è molto inferiore al nostro ed addirittura catastrofico.
Negli ultimi anni, il prezzo del latte alla produzione è diminuito del 30% ed in base alle previsioni, tra qualche anno calerebbe del 40%. Tutto il reddito aziendale è diminuito vertiginosamente ed in modo preoccupante; si verifica ogni anno a livello cantonale la chiusura di un numero significativo di aziende; qualora non si trovino valide soluzioni a sostegno del ceto agricolo, andremo incontro a problemi non indifferenti e di notevole importanza. Quando testè descritto sulla tematica agricola e le conseguenze nell'incerto futuro non lasciano ben sperare, per cui occorre reagire con determinazione.
Chiediamo al lodevole Governo:
- Viste le modifiche apportate dall'Ordinanza di applicazione, si intende replicare al Governo federale affinchè riconosca la necessità del trattamento differenziato delle regioni, in modo particolare di quelle di montagna?
- Non ritiene il Governo che sia giustificata una maggiore autonomia delle regioni, il cui basso reddito abbia a venir recuperato in parte tramite agevolazioni sancite nei relativi articoli di legge, favorendo una certa libertà controllata nelle costuzioni accessorie?
- Non ritiene necessaria una garanzia di contributi per la gestione del territorio e dell'azienda famigliare, la quale si impegni a produrre prodotti anche di qualità bio, il cui mercato e prezzi siano fissati da una commissione federale e non dalle grandi aziende Migros e Coop, le quali sono propense alle produzione bio bensi giustificata, ma che quando la produzione invaderà il mercato specialmente con prodotti esteri o a sottocosto, saranno loro a stabilire il prezzo, per cui la produzione indigena sarà ancora declassata nel valore e nel prezzo?

Coira, 30 maggio 2000

Namen: Peretti, Keller, Zarro, Battaglia, Beck, Giovannini, Gross, Heinz, Lardi, Lemm, Noi, Patt, Ratti, Righetti, Valsecchi, Zinsli

Session: 30.05.2000
Vorstoss: it Interpellation

Risposta del Governo

In merito alle domande 1 e 2
Già da tempo l'economia rurale è pressata dalla continua trasformazione strutturale nonché dalla liberalizzazione del mercato agricolo. Nell'ambito della revisione parziale della legge federale sulla pianificazione del territorio, accettata dal popolo il 7 febbraio 1999, sono stati creati diversi esoneri relativi alla possibilità di costruzione di nuovi edifici e di utilizzazione di costruzioni già esistenti. L'obiettivo era quello di offrire all'economia agraria ulteriori margini di manovra per incrementare una propria iniziativa imprenditoriale e mantenere la concorrenzialità. In primo piano si situano una definizione più vasta della conformità alla destinazione di zone per nuove costruzioni e impianti nelle zone agricole (art. 16a LPT) nonché la possibilità di destinazioni non agricole per attività artigianali nelle costruzioni e negli impianti rurali esistenti (art. 24b LPT).
Per quanto concerne la possibilità citata nella presente interpellanza relativa all'attività non agricola di carattere artigianale in costruzioni e impianti agricoli esistenti, il disegno relativo all'ordinanza federale di applicazione alla legge sulla pianificazione del territorio (OPT) non prevedeva a confronto con il rispettivo art. 24b della legge alcuna restrizione. In tal punto (come pure negli ulteriori ambiti normativi) il disegno si atteneva nei tratti fondamentali al quadro della legge. I dubbi e le supposizioni sottoposte dalle/dai firmatari dell'interpellanza non sono condivisibili. Dal punto di vista del Governo non sussisteva quindi in questo contesto alcun motivo per intervenire presso il Consiglio federale ai sensi dell'intenzione delle/degli interpellanti. Nel frattempo, vale a dire agli inizi di luglio 2000, l'ordinanza del Gran Consiglio è stata decretata in via definitiva ed è entrata in vigore il 1° settembre 2000 unitamente alla revisione di legge. Nell'ambito dell'esecuzione si dovrà esaminare in che misura possa essere tenuto conto di differenti premesse e condizioni regionali. I margini di manovra dovrebbero comunque risultare minimi poiché le possibilità di attività non agricole a scopo artigianale in costruzioni rurali esistenti sono disciplinate in via definitiva a livello di diritto federale.

In merito alla domanda 3
Le/gli interpellanti vorrebbero garantito il mantenimento dei pagamenti diretti affinché le aziende familiari siano in grado di proseguire la loro funzione quali produttori di alimentari e di conservare il paesaggio culturale. Nell'ambito della politica agricola non vi sono più garanzie. Ciononostante i pagamenti diretti sono in gran parte garantiti. Il Parlamento federale ha già deciso il quadro finanziario per gli anni 2000 fino 2003. Nella carta strategica “Orizzonte 2010” l'Ufficio federale dell'agricoltura prevede di eseguire i pagamenti diretti in forma più conforme dal profilo competitivo e neutrale da quello delle strutture, mantenendo però l'entità attuale. Si può quindi partire dal presupposto che i pagamenti diretti per le aziende familiari siano in larga misura garantiti.
Le/gli interpellanti desiderano inoltre che sia una commissione federale a fissare i prezzi di mercato in modo che quelli per i prodotti indigeni non subiscano un calo quando i prodotti importati invaderanno il mercato svizzero. Una tale richiesta del Governo non riporterebbe alcun successo presso la Confederazione. Uno dei punti fondamentali della nuova politica agraria è, infatti, l'aiuto di base che la Confederazione intende prestare mediante pagamenti diretti ritirandosi però dal mercato. I prezzi devono essere dettati unicamente dal mercato. Mediante gli esistenti pagamenti diretti e la protezione tariffaria possibile grazie all'OMC, la nostra economia agraria deve poter essere competitiva. Le esperienze finora fatte dimostrano che effettivamente lo è. Nell'ambito della legislazione cantonale sull'agricoltura il Governo è disposto a contribuire al miglioramento della competitività per quanto ciò sia necessario e sensato.

Chur, 15. August 2000