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Sessione: 26.08.2002
Nell'agosto 2002 grandi parti dell'Europa centrale e orientale sono state colpite da piene violente che hanno causato danni enormi come non era più successo da decenni. Stando a quanto dicono i ricercatori ambientali, queste piene sono, insieme agli altri cambiamenti climatici, una delle conseguenze del riscaldamento dell'atmosfera. A livello mondiale le precipitazioni sono mediamente aumentate, registrando differenze stagionali e regionali ancora più marcate dei cambiamenti della temperatura.

L'arco alpino potrebbe risentire di più della media globale del surriscaldamento climatico. Oltre a una minor garanzia di nebe in altitudine nonché al ritiro dei ghiacciai e del gelo permico (correlato con un aumento del rischio di colate detritiche), l'intensificazione del ciclo idrologico globale nonché l'accumulo di forti precipitazioni correlato hanno come conseguenza uno spiccato aumento del rischio di piene contro le quali le odierne misure strutturali spesso non offrono più una protezione sufficiente.

Nei Grigioni sono previsti singoli nuovi progetti di protezione contro le piene, attualmente in via di costruzione o già realizzati. A questo proposito, il progetto “Tuteliamo Samedan dalle inondazioni”, che prevede lo spostamento del letto del Flaz, può essere considerato particolarmente riuscito per il fatto che, oltre ad una sicurezza maggiore, si è optato per la variante ecologicamente migliore basata su una generosa rinaturalizzazione dei fiumi.

Preghiamo il Governo di rispondere alle seguenti domande:

1. Come vengono generalmente valutati l'aumento del pericolo di piena nonché di altri pericoli causati dai menzionati cambiamenti climatici?

2. Quali progetti sono previsti nei Grigioni per accrescere la sicurezza contro le piene? Dove sussiste un particolare potenziale di pericolo?

3. Esiste un concetto che abbraccia l'intero territorio cantonale?

4. Quale importanza viene attribuita nel nostro Cantone alla ricerca sugli effetti dei cambiamenti climatici?

5. Allargamenti dei letti dei fiumi, come sono stati realizzati tra Felsberg e Coira, diminuiscono il pericolo di piene e rappresentano rivalutazioni ecologiche. Dove sono previsti progetti simili nei Grigioni? Per quando è prevista la loro realizzazione?

6. Quale influenza esercita l'attuale estrazione di ghiaia sul sistema delle acque di scorrimento (incl. l'acqua freatica) nei Grigioni e nelle altre zone a valle?

7. In che misura vengono coordinati con altri cantoni/con i paesi limitrofi gli sforzi per una maggiore sicurezza contro le piene?

8. In che modo può essere garantito che le misure di protezione contro le piene vengano collegate nel miglior modo possibile con una rivalutazione ecologica (creazione di nuovi spazi vitali per la fauna e la flora)?

Coira, 26 agosto 2002

Name: Jäger, Looser, Schütz, Arquint, Brasser, Bucher, Caviezel (Coira), Frigg, Locher, Meyer, Noi, Pfenninger, Pfiffner, Schmutz, Trepp, Zindel

Session: 26.08.2002
Vorstoss: it Interpellation


Risposta del Governo

1. L'eventualità di un aumento del rischio di pericoli naturali provocati da cambiamenti climatici e altre alterazioni dell'ambiente rappresenta effettivamente una seria minaccia. Va però osservato che simili eventi nell'arco alpino provocano effetti diversi che non in pianura. Forti precipitazioni causate da cambiamenti climatici o altri fattori possono comportare nell'arco alpino l'instabilità dei pendii provocata da frane locali, colate detritiche o deflussi simili a colate detritiche provenienti da torrenti o da erosioni del terreno. Gli scenari dei danni devono basarsi in primo luogo sul confronto con valori empirici rilevati da eventi estremi accaduti in passato (p.e. il maltempo del luglio/agosto 1987). Attraverso misure infrastrutturali e di pianificazione, nel Cantone dei Grigioni già oggi vengono realizzati continuamente progetti con lo scopo di garantire una sicurezza sufficiente contro le piene. Questo dato di fatto non deve però illuderci: nonostante tutti gli sforzi continua a sussistere un rischio residuo non prevedibile.

2. È in fase di attuazione un grande progetto di protezione contro le piene lungo l'Inn nelle vicinanze di Samedan. Al momento non sussiste un particolare potenziale di pericolo. Se necessario, si darà senza indugio avvio a pianificazioni in merito.

3. In conseguenza degli eventi del luglio/agosto 1987, in Svizzera è stata sviluppata una nuova concezione per la protezione contro le piene. Nel dicembre 1998 il Governo ha deciso che, nel quadro di revisioni della pianificazione locale o in seguito a eventi dannosi, tutte le zone di pericolo definite per legge rispetto a tutti i generi di pericoli naturali devono essere rivalutate in base alle più recenti informazioni e metodi di calcolo. Procedendo in tal modo, la pianificazione della protezione contro le piene per mano dell'Ufficio tecnico viene conciliata con il concetto dell'allestimento di carte di pericolo dell'Ufficio forestale. Così facendo si assicura che con un dispendio ragionevole può essere raggiunto e garantito un livello di sicurezza paragonabile a quello che si raggiunge in caso di altri pericoli.

4. Nel nostro Cantone la collaborazione tra la prassi e la ricerca è da anni coronata da successo. Vi fanno parte l'Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe nel settore neve, valanghe e gelo permico e, in collaborazione con l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (FNP) e la stazione sperimentale del PF per la sistemazione corsi d'acqua, anche nel settore acqua/colate detritiche, frane e crolli. Per di più l'Academia Engiadina è attiva nel settore gelo permico. Infine il Cantone partecipa, assieme al Canton Ticino, ad un progetto Interreg III nel settore rischi idrogeologici.

5. Nel migliore dei casi gli allargamenti dell'alveo possono diminuire marginalmente il rischio di piene. Essi dispongono tuttavia di un notevole potenziale di valorizzazione ecologica e vanno perciò promossi nell'ambito dei mezzi disponibili. Oltre ai progetti già realizzati sul Reno, sulla Moesa e sul Rombach, sono progettati altri allargamenti dell'alveo del Vorderrhein, dell'Inn, della Moesa e del fiume Landquart, la cui realizzazione è prevista per i prossimi anni.

6. Le questioni circa le ripercussioni di estrazione di ghiaia dei corsi d'acqua costituisce l'oggetto di un progetto di sviluppo per l'intero Reno alpino la cui pianificazione è stata avviata nel dicembre 2001 dalla Conferenza intergovernativa “Alpenrhein”. Non è ancora possibile fare dichiarazioni concrete su questo progetto.

7. Il coordinamento tra i cantoni ed i Paesi limitrofi avviene tramite la Confederazione. Le questioni inerenti alla protezione contro le piene vengono anche sintonizzate con le zone rivierasche nell'ambito del progetto di sviluppo della Conferenza intergovernativa “Alpenrhein”.

8. La legislazione federale in materia di sistemazione dei corsi d'acqua e protezione delle acque prescrive che in caso di misure adottate per la protezione contro le piene devono essere prese in considerazione le esigenze di uno spazio fluviale ecologico. Eventuali progetti in merito devono attenersi a queste prescrizioni.

Data: 22 ottobre 2002