Che cosa succederà in un prossimo futuro con gli edifici agricoli non più in uso che si trovano fuori dalle zone edificabili? La popolazione desidera conservare le costruzioni menzionate, mancano tuttavia le necessarie condizioni quadro.
1. Come si può affrontare il problema?
2. Quali esperienze e possibilità esistono in altri Cantoni?
3. Non sarebbe possibile mirare a uno sfruttamento sensato o turistico?
4. Che cosa succederà con gli innumerevoli edifici che in un futuro prossimo crolleranno?
Coira, 25 agosto 2010
Casutt, Brandenburger, Davaz, Koch (Landquart), Nigg
Risposta del Governo
1. Il destino degli edifici agricoli ora divenuti inutili è una questione nelle mani della pianificazione territoriale. Attualmente, il trattamento ammissibile è stabilito in modo esaustivo dalla legislazione federale sulla pianificazione del territorio (LPT, OPT). Mentre il cambiamento di destinazione da edifici abitativi agricoli a edifici per scopi abitativi estranei all'agricoltura è permesso, in virtù del principio secondo cui un'abitazione è e resta sempre un'abitazione ("wohnen bleibt wohnen"), secondo le prescrizioni generali EFZ le stalle sono, in linea di principio, soggette al divieto di cambiare la destinazione per scopi abitativi. Fanno eccezione solamente stalle situate in zone di conservazione (art. 33 OPT), che costituiscono elementi tipici del paesaggio (art. 39 cpv. 2 OPT), così come stalle degne di protezione (art. 24d cpv. 2 LPT). Nei Grigioni sono stati creati i presupposti legislativi e pianificatori affinché queste regolamentazioni d'eccezione di diritto federale possano essere applicate. L'attuale diritto federale non prevede possibilità di eccezione più ampie per il cambiamento di destinazione delle stalle.
2. Il Governo parte dal presupposto che tutti i Cantoni agiscano di principio nei limiti del diritto federale per quanto riguarda l'utilizzo degli edifici agricoli che hanno perso qualsiasi funzione. Al momento si sta ancora esaminando se questo sia il caso anche per il modello ticinese per la trasformazione di rustici, di cui si è parlato di recente nei media. Tra l'altro, il modello ticinese è basato su un approccio "museale", vale a dire che gli edifici protetti dal Cantone Ticino poiché considerati come elementi tipici del paesaggio e dichiarati destinabili ad altra utilizzazione possono essere modificati solamente nel rispetto di severe condizioni architettoniche. Nel Cantone dei Grigioni, con il Piano direttore e con l'art. 84 LPTC le condizioni per le modifiche dell'utilizzazione di edifici che rappresentano elementi tipici del paesaggio esistono già. A differenza del Ticino, secondo il Piano direttore cantonale l'attuazione spetta in primo luogo alle regioni, che nei loro piani direttori dovrebbero delimitare delle apposite zone quale condizione per la messa sotto protezione di edifici nelle pianificazioni locali comunali. Finora, solamente poche regioni si sono occupate di questo tema (per es. la Bregaglia).
3. Le possibilità di cambiamento di destinazione attualmente permesse dal diritto federale si basano tutte su un approccio "museale", tra queste come detto anche il modello ticinese. Questa situazione potrebbe eventualmente cambiare. Nel quadro dei lavori per una revisione totale della LPT, sono state presentate delle proposte di riforma che per quanto riguarda il territorio al di fuori delle zone edificabili prevedono non solo un generale rafforzamento delle competenze legislative cantonali, ma fanno anche intravedere la possibilità di ulteriori regolamentazioni d'eccezione. Queste, insieme agli attuali approcci "museali", potrebbero avere per oggetto anche modelli di politica dello sviluppo, ad esempio spazi per utilizzazioni speciali. Il Governo sosterrà gli interessi grigionesi nel processo legislativo. Parallelamente, il Governo sta già ora valutando la fattibilità di una valorizzazione della sostanza edilizia agricola inutilizzata per forme di accoglienza turistica sostenibili, ciò per esempio attraverso la definizione di spazi per utilizzazioni speciali ai sensi di una misura di politica dello sviluppo in regioni dotate di poche strutture.
4. Le costruzioni che non possono essere modificate e che quindi non vengono nemmeno sottoposte a misure di manutenzione si trasformeranno progressivamente in rovine, che ancora per qualche tempo saranno testimonianza di un passato agricolo; esse continueranno a far parte del paesaggio ancora per qualche tempo, fino a decadere e sparire completamente. Conformemente al Piano direttore cantonale, questo sviluppo naturale va accettato laddove non esiste un interesse pubblico al mantenimento di un paesaggio rurale e dei relativi edifici. Ciò non rappresenta di per sé un fatto straordinario, essendo questi edifici solamente opere di origine umana e non parte integrante del paesaggio. Nel settore delle modifiche dell'utilizzazione delle stalle, il Governo è disposto a sfruttare appieno le possibilità offerte dalle situazioni particolari menzionate, ai sensi delle aspettative di politica dello sviluppo.Una modifica sfrenata dell'utilizzazione delle circa 20'000 stalle inutilizzate con la conseguente pressione edilizia turistica sulla nostra agricoltura, il nostro paesaggio e il nostro ambiente non entrano tuttora in questione.
25 ottobre 2010