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Sessione: 18.04.2012
Dall'acquisizione all'asta da parte della ditta Pfeifer a settembre 2011 del sedime della grande segheria di Domat/Ems, non sono stati compiuti passi riconoscibili da parte dell'opinione pubblica verso una nuova messa in esercizio della segheria. Tramite i media la ditta Pfeifer ha ripetutamente confermato il grande interesse per l'ubicazione di Domat/Ems e l'idoneità delle condizioni quadro per l'esercizio di una grande segheria, in particolare l'approvvigionamento con legname tondo. Il Governo a più riprese si è fondamentalmente rallegrato del rilevamento del sedime da parte della ditta Pfeifer. Tuttavia, oggi al di fuori della cerchia dei proprietari di boschi e del settore forestale non vi è chiarezza se nell'ubicazione di Domat/Ems verrà un giorno di nuovo segato legname tondo.

L'impressione di incertezza è stata recentemente rafforzata dal fatto che, secondo articoli di giornale, l'Ufficio fallimenti Imboden e le ditte Klausner e Pfeifer sarebbero coinvolti in una vertenza giudiziaria dinanzi al Tribunale cantonale. A quanto pare, la ditta Klausner, che nella procedura fallimentare ha rilevato gli impianti della segheria dalla Mayr Melnhof e li deve smantellare, non rispetterebbe i propri impegni.

In questo contesto si pongono le seguenti domande:

1. Come valuta il Governo le prospettive di una nuova messa in esercizio della segheria a Domat/Ems?

2. Come valuta il Governo l'impressione presente nell'opinione pubblica secondo la quale la ditta Pfeifer dall'acquisizione all'asta del sedime a settembre 2011 fino a oggi non ha mostrato sforzi riconoscibili per una ripresa dell'attività a Domat/Ems?

3. Cosa ha intrapreso il Cantone a favore della ditta Pfeifer e cosa è disposto a intraprendere in futuro, segnatamente per quanto concerne l'acquisto di legname tondo e la promozione economica?

4. Quali conseguenze ha un eventuale ritardo prolungato nella nuova messa in servizio della segheria a Domat/Ems sull'economia forestale grigionese e sul bosco grigionese?

Coira, 18 aprile 2012

Jaag, Barandun, Joos, Baselgia-Brunner, Blumenthal, Brandenburger, Caluori, Casanova-Maron, Casutt, Casutt-Derungs, Cavegn, Conrad, Fallet, Frigg-Walt, Gartmann-Albin, Jenny, Kasper, Koch (Tamins), Komminoth-Elmer, Lorez-Meuli, Märchy-Caduff, Meyer-Grass, Michael (Castasegna), Michel (Davos Monstein), Montalta, Müller, Nigg, Niggli-Mathis (Grüsch), Noi-Togni, Papa, Parolini, Parpan, Pedrini, Peyer, Pfenninger, Pult, Sax, Stiffler (Davos Platz), Thöny, Trepp, Valär, Vetsch (Klosters Dorf), Wieland, Audétat, Buchli (Felsberg), Degonda, Deplazes, Fravi, Michel (Igis), Monigatti

Risposta del Governo

In effetti, dall'acquisizione all'asta da parte della ditta Pfeifer a settembre 2011 della grande segheria di Domat/Ems, non vi sono stati passi concreti per la nuova messa in esercizio dell'impianto riconoscibili dall'opinione pubblica. La ditta Pfeifer ha sottolineato a più riprese di considerare la nuova messa in esercizio una grande sfida. Ciò presupporrebbe accertamenti approfonditi, prima che l'opinione pubblica possa essere informata sulle intenzioni concrete. Inoltre, la ditta Pfeifer ha anche ricordato che le condizioni quadro economiche sul mercato internazionale del legno sarebbero al momento associate a grandi incertezze in vista di investimenti in una segheria. Evidentemente, lo smantellamento previsto dell'impianto esistente non ha ancora potuto essere realizzato.

In merito alla domanda 1: le prospettive di una nuova messa in esercizio possono essere valutate solo dall'impresa stessa. Sarà l'impresa a scegliere la strategia per la nuova messa in esercizio dell'impianto, e questa a sua volta sarà decisiva per la fornitura del legname tondo necessario. Per esperienza, il prezzo della materia prima per la segheria dipende dagli sviluppi sul mercato internazionale del legno. Sarà però decisiva anche la rinnovata fiducia dei proprietari di boschi nei confronti della segheria. Come dichiarato dalla ditta Pfeifer ai media, per garantire l'approvvigionamento della segheria non bastano i 200 000 m3 di legname tondo proveniente dai boschi grigionesi. Piuttosto, i gestori della segheria devono trovarne ancora almeno 100 000 m3, di preferenza dalla Svizzera orientale.

In merito alla domanda 2: l'impressione secondo cui la ditta Pfeifer non avrebbe intrapreso passi concreti per la nuova messa in esercizio della segheria è ingannevole. In occasione di diversi contatti con la ditta Pfeifer, rappresentanti del Cantone e dell'economia forestale hanno potuto constatare che dietro le quinte si lavora intensamente. Come reso noto, sono anche già avvenuti dei colloqui tra la Holzmarktkommission Graubünden (HOMAKO) e rappresentanti dei proprietari di boschi della Svizzera orientale in merito al tema della quantità disponibile di legname tondo e dell'approvvigionamento con legname tondo. Si è anche appreso che la ditta Pfeifer al momento sta sondando intensamente i suoi mercati di sbocco.

In merito alla domanda 3: per quanto riguarda l'acquisizione e il trasporto del legname tondo, il Cantone ha già intrapreso alcune tappe per migliorare e ottimizzare queste attività a favore di una grande segheria. Le conclusioni tratte dal progetto "Mercato del legname tondo dei Grigioni" associate all'effettivo sfruttamento del legno hanno mostrato che la via intrapresa per migliorare le condizioni quadro è corretta. Anche la HOMAKO, che si è già dimostrata valida durante la fase Egger, andrà dunque ancora sostenuta dal Cantone. Ulteriori misure concrete a livello cantonale potranno essere prese in considerazione solo quando sarà nota la strategia della ditta Pfeifer.

In merito alla domanda 4: la situazione dovrebbe portare a una stagnazione dei prezzi del legname al basso livello attuale. La segheria di Domat/Ems contribuiva a sostenere i prezzi, fatto che favoriva direttamente i proprietari di boschi. Questi ultimi (circa l'85% della superficie forestale appartiene ai Comuni grigionesi) devono già oggi rivolgersi a nuovi acquirenti. I proprietari di boschi sono già contenti se il loro legname viene acquistato a prezzi sostenibili. Date le circostanze, è lecito temere che lo sfruttamento diminuisca notevolmente. Dove il taglio risulta necessario per la cura del bosco di protezione, l'ente pubblico deve prestare contributi finanziari supplementari affinché i costi residui dei proprietari di boschi non superino un livello esigibile. Ulteriori ritardi potrebbero infine portare a un peggioramento dell'opinione sulla ditta Pfeifer da parte dei proprietari di boschi. Ciò potrebbe a sua volta avere effetti sulla disponibilità a fornire legname e a stipulare contratti a lungo termine.

29 giugno 2012