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Sessione: 15.02.2016

"Vogliono lavorare, non percepire assistenza sociale" è il titolo di un articolo riguardante i rifugiati nella rivista "Beobachter" 25/2015. Secondo un articolo pubblicato nel quotidiano "Südostschweiz" del 23 dicembre 2015, tuttavia solo il 28,6% dei rifugiati riconosciuti e il 40% dei rifugiati ammessi provvisoriamente nei Grigioni sono integrati nel mercato del lavoro. Anche se a livello svizzero i Grigioni presentano il valore più elevato, le prospettive dovrebbero preoccupare: secondo il documento di discussione "Arbeit statt Sozialhilfe" della Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS), il 55% dei richiedenti l'asilo entrati in Svizzera nel 2014 ha meno di 25 anni. La COSAS calcola che a seguito del numero crescente di rifugiati le spese legate all'assistenza sociale sostenute da Cantoni e comuni subiranno un aumento annuo pari al 4% solo per via di tale andamento.

 

Quale conseguenza dei cambiamenti demografici, l'economia si trova ad affrontare una carenza di personale specializzato sempre più acuta. Con il passare del tempo, anche nei Grigioni il numero di posti di apprendistato non occupati è in aumento (2014: 566; 2015: 583). Dato che secondo la COSAS già oggi il tasso di occupazione di persone senza una formazione professionale è basso, in ottica futura non appare opportuno integrare i rifugiati riconosciuti e ammessi provvisoriamente nel mercato del lavoro in linea generale come personale ausiliario. In questo periodo storico è doveroso sfruttare sistematicamente i potenziali interni per l'economia grigionese.

 

In base a considerazioni di natura economica, ma anche sociale e di sicurezza, per i motivi esposti risulta opportuno fare tutto il possibile per dare una formazione il più duratura possibile a rifugiati riconosciuti e ammessi provvisoriamente e per integrarli nel mercato del lavoro.

 

La COSAS richiede che nel settore dell'asilo venga fatto tutto il necessario al fine di riconoscere le formazioni già conseguite da rifugiati affinché possano essere sfruttate le loro risorse. Inoltre, questi devono sia poter fare esperienze lavorative il prima possibile, sia contemporaneamente imparare le lingue nazionali. In collaborazione con l'economia è necessario elaborare programmi di formazione particolari, i quali tengano conto delle sfide linguistiche e interculturali.

 

Affinché l'integrazione professionale possa avere successo, sono necessarie decisioni d'asilo rapide, consulenza e corsi di inserimento professionale con corsi di lingua integrati e pratica professionale integrata nonché un inserimento il più rapido possibile nel mondo del lavoro o un passaggio verso la formazione professionale. Inoltre, deve essere possibile pronunciare obblighi di formazione professionale. Sono necessari una partecipazione attiva dell'economia, la riduzione degli ostacoli amministrativi nonché un coordinamento ottimale degli sforzi profusi dalla Confederazione, dal Cantone e dai comuni.

 

La frazione PS invita il Governo ad attivarsi in maniera decisa e coerente in tal senso e ad avviare le misure necessarie in stretta collaborazione con la Confederazione, i comuni e l'economia.

 

Coira, 15 febbraio 2016

 

Perl, Atanes, Baselgia-Brunner, Bucher-Brini, Cahenzli-Philipp (Untervaz), Caviezel (Coira), Deplazes, Gartmann-Albin, Jaag, Locher Benguerel, Monigatti, Noi-Togni, Peyer, Pfenninger, Pult, Thöny

Risposta del Governo

Flussi migratori incessantemente intensi pongono tutta l'Europa dinnanzi a sfide notevoli. La chiusura della cosiddetta "rotta dei Balcani" che conduceva dalla Turchia verso l'Europa nordoccidentale porterà verosimilmente allo spostamento dei movimenti migratori verso le "rotte del Mediterraneo". Di conseguenza è lecito attendersi un aumento delle domande d'asilo in Svizzera. Anche per il Cantone dei Grigioni ciò comporta il compito di accogliere e di integrare un numero più elevato di rifugiati. Un'integrazione di successo dipende non da ultimo anche dallo svolgimento di un'attività lavorativa e da un'integrazione duratura nel mercato del lavoro.

Oltre a condizioni personali spesso difficili (ad es. salute, particolare stress psicosociale) e differenze socioculturali, conoscenze linguistiche insufficienti, una formazione professionale formale scarsa o inesistente, poca esperienza professionale e scarsa integrazione sociale rendono nettamente più difficile lo svolgimento di un'attività lavorativa da parte di rifugiati riconosciuti e ammessi provvisoriamente nonché di persone ammesse provvisoriamente. Inoltre, un'integrazione professionale di successo non dipende solo dalle caratteristiche della persona alla ricerca di impiego, bensì anche dalla disponibilità e dalla capacità di assorbimento nonché dalle caratteristiche del mercato del lavoro. Negli ultimi anni in Svizzera quest'ultimo è cambiato, dato che sempre più attività semplici e ripetitive vengono meno e rimane una quota crescente di attività complesse con corrispondenti requisiti di formazione.

Il programma di Governo 2017–2020 tiene conto della situazione migratoria attuale. Nel quadro del campo d'azione 6 viene formulato l'intento strategico: "…nonché promuovere e rafforzare le opportunità di integrazione di personale locale in cerca di impiego e di migranti qualificati nel mondo del lavoro." "…I migranti sono tenuti a fornire una prova attiva e tangibile della loro integrazione".

La procedura d'asilo è disciplinata a livello federale, di conseguenza le tempistiche con cui vengono emesse le decisioni d'asilo della Confederazione non dipendono dal Governo. Gli sforzi relativi all'integrazione di competenza del Cantone o dei comuni vengono profusi in base al programma approvato dal Governo il 19 maggio 2009 mirato a promuovere l'integrazione di rifugiati riconosciuti e di persone ammesse provvisoriamente.

Al Servizio specializzato per l'integrazione in seno all'Ufficio della migrazione e del diritto civile è stata conferita la responsabilità sia per la gestione e il coordinamento delle offerte di integrazione, sia per la gestione operativa dei casi che spazia dall'apprendimento della lingua all'integrazione professionale nonché il coordinamento e la garanzia del flusso di informazioni tra i servizi coinvolti. La procedura di integrazione per rifugiati riconosciuti e ammessi provvisoriamente nonché per persone ammesse provvisoriamente si svolge secondo una procedura definita e si basa su piani di misure concordati su base individuale, imperniati sul principio del promuovere e dell'esigere. L'offerta di corsi di lingua graduata in base ai presupposti di formazione diversi si pone l'obiettivo di migliorare in maniera sensibile le competenze linguistiche in vista di una rapida promozione dell'integrazione professionale. Grazie al sostegno fornito da job coach appositamente formati, a persone idonee e in grado di lavorare vengono procurati attivamente tirocini della durata compresa tra tre e sei mesi nei settori più disparati, dove possono maturare esperienze sul mercato del lavoro e prendere una decisione su quale strada intraprendere in vista dello svolgimento di un'attività lavorativa. Nel mese di aprile 2016 i punti di contatto tra il Servizio specializzato per l'integrazione e il servizio di collocamento sono stati nuovamente verificati al fine di individuare il potenziale di ottimizzazione disponibile. È previsto il ricorso più intenso a cosiddetti apprendistati preliminari e sono in fase di elaborazione standard corrispondenti, ad esempio per quanto concerne i requisiti della persona da collocare, le prestazioni necessarie del datore di lavoro, l'accompagnamento necessario e i salari minimi. Proprio tale ultimo aspetto è importante in linea generale in vista di eventuali attività lavorative: il compenso usuale per il luogo deve essere garantito anche a questo gruppo di persone.

Oltre a una procedura orientata ai processi e a una buona collaborazione e messa in rete con l'economia, in particolare la politica del mercato del lavoro liberale perseguita nel Cantone, una procedura di autorizzazione efficiente nonché una gestione generosa di tirocini costituiscono elementi chiave per un'integrazione di successo di questo gruppo di persone nel mercato del lavoro.

Nel Cantone il tasso di occupazione di rifugiati e persone ammesse provvisoriamente è nettamente superiore rispetto alla media svizzera. Secondo il Governo, ciò è dovuto anche all'approccio scelto con il programma di integrazione. Esso proseguirà su questa strada, ove possibile prenderà in esame ulteriori misure e semplificazioni e presenterà richieste, nella misura in cui prescindano dalla sfera d'influenza diretta del Cantone (ad es. riguardo a ostacoli amministrativi esistenti, al riconoscimento di diplomi stranieri e alla validazione di prestazioni di formazione e simili), anche dinnanzi ai servizi federali competenti. A ciò si aggiungono le misure abbozzate nel quadro dei punti centrali di sviluppo 11/23 e 12/24, nella misura in cui riguardano rifugiati e persone ammesse provvisoriamente. In questo quadro complessivo si possono verificare ad es. anche ulteriori possibilità di occupazione o un accesso semplice a stage d'orientamento professionale.

Il Governo è disposto a portare avanti gli sforzi profusi finora e ad accogliere il presente incarico di frazione in questo senso.

4 maggio 2016