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Sessione: 13.06.2017

Dall'avvento della fotografia, innumerevoli fotografi professionisti e dilettanti hanno immortalato in immagini la varietà e l'unicità del Cantone dei Grigioni nonché delle persone che lo popolano. Attraverso la conservazione e la digitalizzazione si intende preservare per il futuro questa eredità fotografica unica nel suo genere e prepararla per la diffusione ai giorni nostri.

A tale compito si dedica tra l'altro la Fotostiftung Graubünden, istituita nell'autunno del 2013. La Mediathek Graubünden è la banca dati di fotografie online della Fotostiftung Graubünden (www.fotoGR.ch). In quanto una delle più ampie collezioni di fotografie online della Svizzera, consente a istituzioni pubbliche e a collezionisti privati di rendere i propri fondi fotografici accessibili alla collettività. In questo modo viene garantito un semplice accesso alla memoria audiovisiva del Cantone dei Grigioni.

Il lavoro di digitalizzazione viene finanziato da fondazioni, benefattori, comuni, dall'associazione Memoriav nonché in parte da contributi dal Fondo della lotteria intercantonale. La digitalizzazione e la preparazione per tutti gli interessati avvengono quindi oggi senza gravare sul bilancio cantonale.

Tra gli altri, anche uffici cantonali intendevano cedere i propri fondi di fotografie alla fondazione affinché questa li digitalizzasse. Questo progetto è stato impedito dall'intervento dell'Ufficio della cultura e dell'Archivio di Stato, il quale è stato motivato tra l'altro come segue:

Una presentazione di fondi fotografici statali deve avvenire esclusivamente ad opera dell'Archivio di Stato nel contesto dell'insieme dei documenti dell'Amministrazione. Una suddivisione dei documenti dell'Amministrazione secondo il tipo (atti e contratti, piani, serie rilegate come fatture e protocolli, documenti singoli, documenti digitali, ecc.) non sarebbe utile. Per farla breve, l'Archivio di Stato rivendica il monopolio per la digitalizzazione dei fondi fotografici statali, il monopolio per la presentazione di queste fotografie al pubblico nonché il monopolio decisionale ovvero la sovranità decisionale esclusiva riguardo alle foto meritevoli di essere conservate. In questo modo il Cantone rinuncia consapevolmente al finanziamento da parte di terzi della digitalizzazione di fondi fotografici. L'Archivio di Stato sostiene del resto la medesima posizione con riguardo ai fondi fotografici di origine privata depositati presso l'Archivio (approssimativamente l'80 % di tutte le fotografie depositate nell'Archivio).

Le firmatarie e i firmatari chiedono al Governo di rispondere alle seguenti domande:

1. Il Governo condivide l'opinione dell'Ufficio della cultura secondo cui i fondi fotografici dei diversi uffici devono essere digitalizzati esclusivamente dall'Archivio di Stato e il materiale digitalizzato deve essere reso accessibile al pubblico soltanto ad opera dell'Archivio di Stato?

2. Il Governo condivide l'opinione secondo cui la prassi menzionata alla domanda 1 deve valere anche per i fondi fotografici di origine privata che sono stati ceduti per l'archiviazione all'Archivio di Stato?

3. In caso di risposta affermativa alle domande 1 e 2, questa prassi è sensata anche nei casi in cui i fondi fotografici vengono trasmessi per la conservazione all'Archivio di Stato dopo la digitalizzazione e l'Archivio di Stato può pubblicare le copie digitali delle fotografie anche sulle proprie piattaforme?

4. È vero che con questa prassi risulta gravato il budget dell'Ufficio della cultura destinato alla digitalizzazione?

5. In questo modo si rinuncia a mezzi privati per la digitalizzazione di fondi fotografici, ciò che in fin dei conti porta a una riduzione dei mezzi a disposizione di altri progetti in ambito culturale?

6. Il Governo condivide l'opinione secondo cui i fondi fotografici di origine privata che sono stati ceduti all'Archivio di Stato per l'archiviazione possono essere valutati ed eventualmente eliminati esclusivamente dall'Archivio di Stato e non ad esempio essere ceduti alla Fotostiftung Graubünden, affinché quest'ultima possa valutare queste fotografie secondo i propri criteri, che possono divergere da quelli dell'Archivio di Stato, prima del loro smaltimento ed eventualmente conservarle?

Coira, 13 giugno 2017

Caduff, Casty, Thomann-Frank, Berther (Disentis/Mustér), Blumenthal, Bondolfi, Buchli-Mannhart, Caluori, Casanova (Ilanz), Casutt-Derungs, Cavegn, Danuser, Darms-Landolt, Della Vedova, Dermont, Dosch, Epp, Fasani, Foffa, Gartmann-Albin, Geisseler Hans, Jaag, Joos, Kollegger, Kunfermann, Kunz (Coira), Monigatti, Müller, Niederer, Paterlini, Pedrini, Perl, Sax, Schneider, Stiffler (Davos Platz), Tenchio, Tomaschett (Breil), Tomaschett-Berther (Trun), Troncana-Sauer, von Ballmoos, Berther (Segnas), Bossi, Föhn, Geisseler Severin, Plattner Gerber

Risposta del Governo

Per affrontare la tematica sollevata nell'interpellanza sono determinanti essenzialmente le disposizioni contenute nella legge sulla gestione degli atti e sull'archiviazione del 28 agosto 2015 (LGAA; CSC 490.000) nonché nell'ordinanza relativa alla legge sulla gestione degli atti e sull'archiviazione del 22 dicembre 2015 (OGAA; CSC 490.010). Per le autorità cantonali, è l'Archivio di Stato a occuparsi dell'archiviazione. Oltre a svolgere una funzione relativa alla sicurezza giuridica, gli archivi, in particolare i fondi fotografici dell'Archivio di Stato nonché quelli degli altri istituti archivistici di enti pubblici, rappresentano un valore culturale considerevole.

Negli ultimi anni nei Grigioni sono inoltre sorte diverse istituzioni private che raccolgono preziosi fondi fotografici e che in parte li mettono a disposizione del pubblico tramite internet. Oltre alla "Fotostiftung Graubünden" menzionata nell'incarico, vi è ad esempio anche l'"Institut dal Dicziunari Rumantsch Grischun". Sulla base di queste considerazioni, il Governo risponde come segue alle domande poste:

In merito alla domanda 1: finché la documentazione, fotografie incluse, viene utilizzata da un servizio dell'Amministrazione cantonale, è quest'ultimo a decidere in quale forma ha bisogno degli atti, della documentazione o anche del materiale fotografico. Nei limiti delle sue competenze e possibilità finanziarie può ad esempio predisporre la digitalizzazione di fotografie analogiche. La proprietà della documentazione, la sovranità sui dati e i diritti d'autore devono però rimanere in capo al Cantone.

Conformemente alla LGAA, la competenza per l'archiviazione di documenti di cui le autorità cantonali non hanno più bisogno spetta all'Archivio di Stato. Tra i suoi compiti principali rientra anche la "mediazione", ossia il fatto di rendere accessibili, mettere a disposizione e presentare gli archivi (strumenti di ricerca, sala di lettura, consulenza agli utenti, sostegno alla ricerca).

È fuori discussione che, a seguito delle odierne possibilità offerte dalla digitalizzazione, le aspettative degli utenti siano profondamente cambiate. Perciò anche l'Archivio di Stato, nei limiti delle proprie possibilità finanziarie, dispone la digitalizzazione dei suoi fondi. Come avviene in altri archivi professionali, è previsto che nel corso dei prossimi anni venga messo a disposizione online un crescente numero di materiale d'archivio (anche fotografico). La tecnologia necessaria a tale scopo è disponibile a seguito del release del sistema d'informazione dell'istituto archivistico introdotto.

Non esiste un obbligo per l'Archivio di Stato (o addirittura per tutti gli istituti archivistici pubblici) di cedere i fondi anche a istituzioni private, affinché possano presentarli.

In merito alla domanda 2: sì. Fondi privati vengono rilevati mediante contratti di donazione o di deposito. Tali fondi possono essere ceduti a un'altra istituzione per essere presentati soltanto se ciò è previsto dai contratti corrispondenti.

In merito alla domanda 3: vi è la possibilità che un'istituzione depositi i propri fondi presso l'Archivio di Stato. In tal caso l'istituzione è libera di presentare i fondi nella maniera che ritiene più opportuna.

In merito alle domande 4 e 5: oggi la messa a disposizione di strumenti di ricerca e nel caso ideale anche di materiale d'archivio in forma digitale rientra tra le aspettative poste agli istituti archivistici di enti pubblici. Perciò una parte del budget dell'Ufficio della cultura viene impiegato per la digitalizzazione. Quest'ultima serve in particolare a tutelare i fondi e ha sostituito la micromazione praticata in precedenza.

Vi è consenso riguardo al fatto che proprio nel settore della fotografia e dell'audiovisivo vi siano molti beni culturali degni di essere conservati che non possono essere conservati esclusivamente dagli istituti archivistici pubblici. Un'istituzione quale la "Fotostiftung Graubünden" trova perciò un ampio campo d'azione in questo settore. Inoltre in singoli casi è senz'altro ipotizzabile che del materiale fotografico di cui i servizi non hanno più bisogno e che non può essere rilevato dall'Archivio di Stato possa essere messo a disposizione di istituzioni private, nel rispetto della protezione dei dati e dei diritti d'autore.

In merito alla domanda 6: se all'Archivio di Stato vengono proposti fondi privati che per varie ragioni non è in grado di rilevare, esso rimanda gli offerenti ad altre istituzioni idonee (archivi culturali, servizi di documentazione, archivi comunali, "Fotostiftung Graubünden" e altri).

30 agosto 2017