Si susseguono, e non accennano a diminuire – malgrado qualche misura deterrente adottata recentemente – abusi nell‘ambito commerciale e addirittura in quello delle attività socio-sanitarie e dell’insegnamento, nel nostro Cantone. Abusi, da parte di ditte e istituzioni malavitose o pseudo malavitose, di cui fanno le spese persone ignare ed in buona fede; mentre la mano pubblica è continuamente sollecitata a contribuire alle spese risultanti da esecuzioni e fallimenti. Tutto questo sul nostro territorio e con l`apparente benestare delle autorità e dell’amministrazione cantonale. Gli esempi in questo senso si sprecano: l’ultimo in ordine di tempo è rappresentato dalla truffa compiuta a Disentis da una sedicente Università ai danni di un gruppo di studenti italiani e a danno dell’immagine del nostro cantone. Che era stato avvertito già nel gennaio 2017 da funzionari ticinesi che i responsabili della UnipoliSI erano in Ticino sotto processo e che quindi bisognava diffidare degli stessi. Questo sta a dimostrare che la sola comunicazione tra Ticino e Grigioni non è sufficiente per evitare l’insediarsi di ditte o istituzioni preposte di principio alla truffa e all’estorsione. Degno di nota il fatto che a tutt`ora queste persone (cittadini italiani), incarcerate in Ticino, risultino – malgrado lo scandalo che è stato riportato ampiamente dai media svizzeri ed italiani – sempre ancora detentori di una Università a Disentis secondo il registro di commercio del Cantone die Grigioni. Anche risulta sempre ancora nello stesso registro una Fondazione (Fondazione Oasis) con sede a Cama nel Moesano, la cui persona di riferimento (cittadina italiana) processata e condannata in Ticino nel 2017 per una truffa di 1,2 milioni ai danni delle assicurazioni sociali, praticante tra l’altro del suicidio assistito (turismo della morte) e autrice di altri reati. Un atto parlamentare a questo riguardo è stato presentato nel parlamento ticinese questa settimana.
Questi esempi, uniti a tutto quanto discusso negli ultimi mesi nei media di tutta la Svizzera (p.es. Tagesanzeiger) e della vicina Italia (p.es. RAI 1, RAI 3, Sole 24Ore/inchieste) circa le società bucalettere e le ditte che falliscono e si ricostituiscono in continuazione al solo scopo di estorcere soldi ad ignari cittadini ed allo Stato, fatti questi già portati davanti a questo Gran Consiglio, richiedono misure di protezione sia per i cittadini che per lo Stato. E non da ultimo per tutelare il buon nome del Cantone e del Paese tutto.
Chiediamo perciò che vengano adottate tutte le misure a disposizione del Cantone dei Grigioni, sul modello di quanto già in atto nel Canton Ticino (recentemente il Consigliere federale Cassis ha dichiarato che quanto fa il Ticino è permesso perchè esiste uno stato di necessità e questo va anche per le vallate del GI) affinchè si attui una prevenzione articolata ed efficace contro il crimine organizzato e i comportamenti malavitosi, a tutela della popolazione e del buon nome del Cantone e della sua economia.
Coira, 14 febbraio 2018
Noi-Togni, Casty, Della Vedova, Atanes, Caluori, Casutt-Derungs, Cavegn, Deplazes, Dudli, Fasani, Kappeler, Lamprecht, Locher Benguerel, Monigatti, Niederer, Pfenninger, Thöny, Tomaschett-Berther (Trun), von Ballmoos, Costa, Gugelmann, Lombardi, Preisig