L'assistenza sociale pubblica è un compito molto importante svolto dai comuni. In numerosi comuni l'onere legato a questi compiti è tendenzialmente in aumento e le fattispecie diventano sempre più complesse.
L'onere maggiore è riconducibile a persone che non adempiono ai loro doveri e non manifestano sforzi di integrazione, ad es. rifiutandosi di cercare lavoro. Tali persone sono nettamente in minoranza, però causano un onere aggiuntivo elevato per tutti i servizi coinvolti.
I comuni possono disporre misure, quali ad es. la partecipazione a un programma di lavoro o riduzioni del forfait (inizialmente del 10%, infine fino al 30%). Spesso le persone interessate reagiscono cambiando luogo di domicilio e possono iniziare da capo (senza decisione) perché il nuovo comune non viene informato di quanto accaduto nel comune di domicilio precedente. Tale situazione è insoddisfacente! Il comune di domicilio precedente e quello nuovo dovrebbero scambiarsi informazioni e il nuovo comune di domicilio dovrebbe poter riprendere anche condizioni già disposte (ad es. partecipazione a un programma di lavoro o riduzione delle prestazioni assistenziali [forfait]). Tuttavia per fare ciò manca ancora la base giuridica; e questo dovrebbe essere cambiato. In generale dovrebbero esserci più possibilità per sanzionare le persone che non adempiono ai loro doveri.
Un certo onere è riconducibile anche a persone che provengono da una cultura diversa e spesso non padroneggiano ancora la lingua. Queste persone vengono sostenute dal Cantone (ufficio per l'integrazione), tuttavia devono occuparsi da sole di numerosi processi quotidiani e spesso ne risultano sovraccaricate, ad esempio quando una persona proveniente da un centro per richiedenti l'asilo va ad abitare per la prima volta in un appartamento e poi per prima cosa deve arredarlo. In questi casi un accompagnamento maggiore da parte di un assistente sociale sarebbe auspicabile soprattutto nei primi due anni. Oggi gli incontri tra utenti e assistenti sociali spesso sono troppo sporadici. Anche nella gestione di questioni finanziarie (pagare fatture, fare acquisti in filiali adatte ecc.) sarebbe auspicabile un sostegno migliore. Eventualmente sarebbe necessario compensare gli oneri finanziari maggiori attraverso l'Ufficio della migrazione, dato che un'assistenza speciale maggiore per rifugiati non dovrebbe essere di competenza dei comuni. Tuttavia i comuni dovrebbero avere la certezza che fondi di assistenza vengano impiegati in maniera ancora più mirata per migliorare l'integrazione.
Fatte queste premesse, le firmatarie e i firmatari pongono le seguenti domande al Governo:
1. Il Governo è consapevole di questi problemi?
2. Il Governo individua misure possibili per permettere uno scambio migliore tra i comuni di domicilio affinché i problemi descritti riguardo al cambio di domicilio non riprendano da capo e le decisioni del comune di domicilio precedente mantengano la loro validità?
3. Qual è la posizione del Governo rispetto a un accompagnamento quotidiano più intenso di una persona bisognosa di assistenza sociale proveniente da un'altra cultura durante i primi due anni?
4. In che modo un accompagnamento più intenso nella quotidianità potrebbe essere garantito a livello finanziario?
Pontresina, 12 giugno 2019
Widmer (Felsberg), Florin-Caluori, Ulber, Berther, Bettinaglio, Buchli-Mannhart, Casty, Cavegn, Clalüna, Crameri, Danuser, Deplazes (Rabius), Ellemunter, Epp, Flütsch, Föhn, Gasser, Gort, Grass, Gugelmann, Hardegger, Hartmann-Conrad, Hohl, Kohler, Kunfermann, Kuoni, Lamprecht, Loepfe, Loi, Maissen, Märchy-Caduff, Michael (Donat), Müller (Susch), Natter, Niggli-Mathis (Grüsch), Papa, Paterlini, Ruckstuhl, Rüegg, Sax, Schmid, Tanner, Tomaschett (Breil), Tomaschett-Berther (Trun), von Ballmoos, Weber, Widmer-Spreiter (Coira), Zanetti (Sent), Renkel