Nonostante la popolazione svizzera sia composta per circa la metà da donne, quando si tratta dei nomi delle vie, esse sono fortemente sottorappresentate.
In passato a vie, piazze e monumenti sono stati dati prevalentemente nomi di uomini. Ciò vale anche per i Grigioni. Nelle nostre strade si vedono spesso, in misura superiore alla media, nomi di politici, eroi di guerra, poeti, pensatori e artisti. Vie che portano il nome di donne invece sono rare.
Secondo l'articolo 8 capoverso 3 della Costituzione federale gli uomini e le donne hanno uguali diritti. Ciò dovrebbe trovare riscontro anche nella toponomastica delle vie, dato che essa rispecchia tra l'altro anche sviluppi sociali e di politica culturale. Bisognerebbe tenere conto di questa circostanza.
Stando ai dati più recenti forniti dall'Ufficio federale di statistica (UST) le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, fatto che ha a che fare anche con il riconoscimento del loro lavoro. Dando nomi di donne alle vie possiamo contribuire affinché il lavoro delle donne riceva il giusto riconoscimento e venga reso visibile.
Pertanto le firmatarie e i firmatari presentano il seguente incarico al Governo:
- Il Cantone allestisce un elenco con proposte di nomi di donne che si sono impegnate in modo particolare a favore dei Grigioni o si sono rese meritevoli in modo particolare. L'elenco può contenere anche nomi di donne non grigionesi.
- Sarebbe auspicabile se questo elenco venisse elaborato in collaborazione con l'Ufficio di coordinamento per le pari opportunità e con il coinvolgimento di associazioni femminili. In questo contesto merita particolarmente di essere menzionato il registro di nomi già esistente che viene tenuto dall'Archivio grigionese per la cultura delle donne.
- L'elenco allestito e tenuto dal Cantone contiene una breve biografia delle relative persone e può essere utilizzato dal comune come base decisionale non vincolante quando si tratta di denominare nuove vie. I comuni rimangono liberi di denominare le loro strade come meglio credono.
- Il Cantone richiama l'attenzione dei comuni sul fatto che a nuove vie e piazze nonché a nuovi ponti dovrebbero essere dati di preferenza nomi di donne. In un'ottica di lungo termine l'obiettivo è raggiungere un rapporto equilibrato tra vie che portano il nome di uomini e vie che portano il nome di donne, ma non si tratta assolutamente di un obbligo.
- Ove possibile, con un cartello stradale aggiuntivo è possibile riportare la biografia della persona che ha dato il nome alla via. Ciò permette di dare visibilità nello spazio pubblico all'attività e al lavoro delle donne a cui viene dato questo riconoscimento. Le donne che prestano il loro nome a vie rappresentano quindi tutte le donne rimaste invisibili nonostante il loro contributo importante.
L'intento esplicito delle firmatarie e dei firmatari è quello di promuovere la parità di diritti e di trattamento tra i sessi. Pertanto l'intervento parlamentare riguarda unicamente la denominazione di nuove vie. Non è auspicato un cambio della denominazione di vie esistenti, in particolare di quelle che portano il nome di uomini. Non è auspicata nemmeno un'ingerenza nell'autonomia comunale.
Davos, 9 dicembre 2020
Bigliel, Müller (Felsberg), Atanes, Cahenzli-Philipp, Cantieni, Caviezel (Coira), Danuser, Degiacomi, Flütsch, Gasser, Hofmann, Holzinger-Loretz, Maissen, Perl, Preisig, Tomaschett-Berther (Trun), Wilhelm, Bürgi-Büchel, Fasani-Horath, Giudicetti, Hirsbrunner, Pajic, Stieger, Tomaschett (Coira)