L'anno 1999 à stato un anno eccezionale e sia per l'Ufficio del
servizio sociale sia per la Polizia degli stranieri del Cantone dei
Grigioni ha rappresentato una sfida particolare. L'affluenza di
richiedenti l'asilo provenienti dal Kosovo incessante dall'autunno 1998,
ha reso necessario l'ampliamento delle strutture all'interno
dell'Ufficio del servizio sociale cantonale. L'anno scorso sono,
infatti, stati aperti tre nuovi centri di transito con un totale di 230
posti e temporaneamente aumentato l'organico di 16 posti di lavoro.
Nonostante i nuovi alloggi collettivi, dall'aprile fino all'agosto 1999
sono stati approntati degli impianti della protezione civile per
garantire aiuto a tutti i rifugiati. Dall'agosto 1999 i richiedenti
l'asilo kosovari hanno iniziato tempestivamente ed in gran numero a
tornare in patria nell'ambito del programma di aiuto al rimpatrio. Le
strutture poco prima ampliate sono quindi state nuovamente ridotte.
Dall'ottobre 1999 è in vigore la nuova legge sull'asilo con delle
indennità forfetarie di sostegno, alloggio e assistenza ridotte.
L'anno 1999 è contrassegnato da due "record". Da una parte nei
Grigioni non è mai stata, in così breve tempo, concessa protezione a
tante persone colpite da conflitti bellici nella loro patria. Dall'altra
non era mai stato messo in pratica entro pochi mesi un programma di
rimpatrio con il quale un tale numero di persone sia stato ordinatamente
ricondotto nel loro paese di provenienza. La mancanza di
regolamentazioni valide per l'accoglimento dei rifugiati provenienti dal
Kosovo ha nuovamente portato - come già precedentemente per le persone
della Bosnia - all'assegnazione arbitraria di procedure e quindi pure a
differenti regolamentazioni di soggiorno. Rimane da sperare che in caso
di future catastrofi umanitarie il titolo di soggiorno introdotto con
l'entrata in vigore della nuova legge sull'asilo renderà possibile ai
rifugiati un disciplinamento del soggiorno notevolmente più efficiente.
Per contro il programma di aiuto al rimpatrio lanciato dalla
Confederazione ed eseguito con l'appoggio della Polizia degli stranieri
è stato un grande successo anche nei Grigioni, soprattutto grazie alla
semplice struttura, agli incentivi finanziari nonché alla chiara
informazione. Nel secondo trimestre dello scorso anno sono state
rimpatriate già il 44 per cento delle persone richiedenti l'asilo
(richiedenti e persone ammesse provvisoriamente) nonché il 30 per cento
di quelle persone il cui soggiorno era regolamentato soltanto da un
visto o da un altro titolo. Nonostante questa alta quota di rientro in
patria si dovrà fare fronte ai grandi problemi legati all'allontanamento
dei rifugiati provenienti dal Kosovo soltanto nel corso di quest'anno.
Oltre alle ripercussioni della crisi nel Kosovo, la Polizia degli
stranieri è inoltre stata preponderantemente occupata con le conseguenze
della miseria in ambito delle esecuzioni esistente da un po' di tempo.
In seguito al finora mancante sostegno delle esecuzioni da parte della
Confederazione, l'allontanamento dei richiedenti l'asilo respinti o di
persone indesiderate provenienti dall'estero risulta sempre più
dispendioso o in parte anche impossibile. Sempre più spesso, infatti, le
decisioni non possono essere attuate a causa della mancanza di documenti
o di possibilità oggettive di viaggio. Questo sviluppo non solo rende
difficile l'applicazione delle misure coercitive può bensì portare anche
ad un'alterazione della sicurezza interna. Quale ultima conseguenza la
sospensione a lungo termine dell'esecuzione - come ad es. per i
cittadini provenienti dallo Sri Lanka - porta al posto della partenza ad
un maggior numero di domande per il rilascio di permessi di dimora per
motivi umanitari.
Organo: Dipartimento di giustizia, polizia e sanità dei Grigioni
Fonte: it Dipartimento di giustizia, polizia e sanità dei Grigioni