L'opuscolo presentato oggi al pubblico intitolato "Il fenomeno della
caccia grigione" riepiloga in modo conciso e di facile lettura i
contenuti delle tre esposizioni di giubileo organizzate quest'anno.
Soffermandosi sulla storia della caccia grigione con licenza esso
illustra i fondamenti delle leggi in vigore.
Il 12 agosto 1877 fu decretata in votazione, dopo quattro
bocciature, l'introduzione della caccia con licenza. Grande spazio è
riservato ai mutamenti ambientali e alle sue ripercussioni sulle
popolazioni di selvaggina. 125 anni fa solo il camoscio viveva in un
numero di popolazioni degno di nota, oggi si contano in primavera, prima
di partorire i giovani, all'incirca 60'000 capi tra cervi, caprioli,
stambecchi e camosci. Un così grande numero di animali richiede una
gestione professionale, ad esempio mediante la realizzazione di una
pianificazione venatoria. Al fine di ottenere una situazione equilibrata
bisogna prelevare l'incremento utilizzabile, fatto questo che
corrisponde alla cattura di 10'000 - 13'000 capi. Per quanto riguarda le
specie di selvaggina di caccia bassa la pianificazione venatoria deve
garantire che il prelievo non si ripercuota negativamente sulle
popolazioni. L'opuscolo è dedicato inoltre al cacciatore, alla
motivazione che lo spinge ad esercitare la caccia, alle sue
preoccupazioni e soddisfazioni, alla sua abilità venatoria e alla cura
della selvaggina, ossia all'impegno a favore degli spazi vitali. Un
paragone tra l'uomo cacciatore e gli animali predatori completa la
tematica.
La retrospettiva degli ultimi 125 anni dimostra che un'utilizzazione
sensata del selvatico è conciliabile anche con le moderne esigenze quali
la protezione delle specie, degli animali e degli spazi vitali. La
caccia grigione con licenza ha tuttavia potuto raggiungere questo
standard soltanto poiché negli ultimi 15 anni essa a mirato
coerentemente ad una sintesi tra tradizione venatoria e conoscenze nel
campo della biologia della selvaggina. L'ampia delimitazione delle zone
di protezione delle lepri, dei gallinacei e degli uccelli acquatici
oppure la protezione del cervo con corona su ambedue le stanghe sono
tipici esempi di un comportamento venatorio responsabile da parte del
cacciatore grigione nei confronti delle popolazioni di selvaggina.
Cacce 2002: continuare sulla strada imboccata
Nelle Prescrizioni per l'esercizio della caccia 2002 viene
ridisciplinato l'uso di apparecchi radio e telefoni cellulari. E'
permesso portare con sé i cellulari spenti per qualsiasi genere di
caccia. L'uso di questi apparecchi è consentito unicamente in casi
medici urgenti nonché in tutti gli altri casi elencati nelle menzionate
prescrizioni.
A partire da quest'anno vengono adeguati gli orari in cui è
consentito sparare durante la caccia alta. Da un'analisi approfondita è
infatti emerso che per ragioni di etica venatoria appare indicato, a
partire dal 21 settembre, anticipare alle ore 20.00 l'orario in cui è
permesso ancora sparare.
Per questa caccia viene mantenuta la protezione del cervo con corona
su ambedue le stanghe. E' fuori dubbio che grazie a questa misura si è
riusciti a rafforzare nelle popolazioni la quota dei cervi di media età
e di quelli vecchi. Alla domanda se la maggior parte dei vecchi capi di
cervo si riduce divenendo quindi cacciabile, non può ancora essere data
una risposta definitiva. Con il trascorrere degli anni in cui i cervi a
corona sono protetti accresce pure l'esperienza in questo campo.
Organo: Ufficio della caccia e della pesca dei Grigioni
Fonte: it Ufficio della caccia e della pesca dei Grigioni