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Il Governo alla popolazione del Cantone dei Grigioni

Care concittadine, cari concittadini,

per lungo tempo le Chiese riconosciute dallo Stato e i loro comuni parrocchiali hanno costituito in modo pressoché naturale una comunità giuridica e sociale con lo Stato. Il diritto di Stato riconosce le Chiese di Stato, concede loro autonomia nella regolazione delle loro questioni e consente loro di riscuotere imposte dai membri. Questa comunità viene ora vieppiù messa in discussione. Il motivo va ricercato nei mutamenti sociali, nella crescita di altre comunità religiose, nella rinuncia di alcune persone ad appartenere a una confessione, nonché nelle nuove concezioni del rapporto tra Chiesa e Stato.

Quale giorno migliore del Digiuno federale per formulare alcune riflessioni riguardo al cambiamento in atto. In fin dei conti, il discorso per il Digiuno federale ha resistito per oltre 165 anni a periodi caratterizzati da mutamenti radicali. Originariamente, il Gran Consiglio gli diede vita allo scopo di raccomandare degni festeggiamenti in occasione di questo importante giorno. Come risulta dal protocollo del Gran Consiglio del giugno 1846, si voleva con ciò invitare i signori ecclesiastici a lasciare che nelle loro prediche dominasse lo spirito di amore e riconciliazione e ad astenersi dagli accenni a controversie politiche.

Riguardo a quest’ultimo punto, la cultura del dibattito è mutata nel corso del tempo. Oggi si auspica che i rappresentanti di Chiesa e Stato conducano un vivace dibattito sulle questioni di interesse comune. Chiesa e Stato sono sì competenti per ambiti diversi dell’esistenza umana e della vita sociale, condividono però la responsabilità per la soluzione di questioni scottanti riguardanti il presente e il futuro. Condividere la responsabilità non significa tuttavia necessariamente cercare per ogni problema soluzioni comuni e realizzare insieme queste soluzioni. La responsabilità comune può essere esercitata in modo sensato anche se ciascuna istituzione contribuisce alla soluzione del problema con ciò che rientra tra i suoi compiti principali.

Tra i compiti dello Stato rientrano tra l’altro la protezione della libertà, della pace e della dignità della persona, la garanzia della democrazia e dello Stato di diritto, la promozione della prosperità e dell’equità sociale, nonché, quale peculiarità grigionese, la cura del trilinguismo e della molteplicità culturale. Stando al preambolo alla Costituzione cantonale, lo Stato fa ciò cosciente della responsabilità dinanzi a Dio. Le Chiese riconosciute dallo Stato, in stretta collaborazione con i competenti organi ecclesiastici, adempiono in particolare a compiti di assistenza spirituale, di educazione sotto forma di insegnamento della religione e di lavoro con i giovani, nonché di aiuto sociale e di opere di carità. Gestiscono inoltre offerte di consulenza, ad esempio per questioni relative al matrimonio, alla famiglia e alla vita. In importanti ambiti della vita, le Chiese riconosciute dallo Stato collaborano quindi con successo con lo Stato.

Oltre a ciò, le Chiese riconosciute dallo Stato e i loro parroci e pastori si fanno irrinunciabile carico, con assistenza spirituale e consulenza, di persone disperate o in grave difficoltà. Forniscono sostegno, indicano la via per uscire da situazioni difficili, danno alla vita dei contenuti che in un’epoca talvolta superficiale e frenetica rischiano di scomparire: la fede in Dio, nell’amore e nella riconciliazione, la visione della collettività e la responsabilità per se stessi, i propri familiari e il prossimo. Queste offerte non sono destinate solo ai membri delle Chiese riconosciute dallo Stato. Sono invece aperte a tutti e costituiscono così un importante servizio per la comunità.

Care concittadine e cari concittadini, in considerazione dei mutamenti citati all’inizio, non possiamo accettare come semplicemente ovvie le conquiste ottenute con la collaborazione di successo tra Chiesa e Stato. Il senso e il valore che hanno per la comunità vanno presentati in modo convincente dai responsabili di Chiesa e Stato. Le divergenze d’opinione riguardo allo sviluppo della comunità di Chiesa e Stato vanno rese trasparenti dagli esponenti delle istituzioni coinvolte e risolte pubblicamente. Il modo in cui viene svolta la discussione è determinante. Il dibattito all’interno di Chiesa e Stato, così come in particolare quello tra Chiesa e Stato devono essere caratterizzati dal rispetto e dalla tolleranza. Si deve evitare di ergersi a maestro e rinunciare alle saccenterie. In questo senso i cittadini hanno diritto di conoscere la posizione e le opinioni dei loro rappresentanti in seno a Chiesa e Stato, affinché possano partecipare
personalmente a dibattiti controversi.

Ma torniamo al senso del discorso per il Digiuno federale, ovvero la volontà di raccomandare degni festeggiamenti di questo importante giorno. Care concittadine, cari concittadini, auguriamo a voi e a noi la forza di affrontare i mutamenti del nostro mondo e della nostra società con disponibilità al dialogo e con discussioni costruttive. Possono darci questa forza la fede in Dio, la responsabilità per la comunità e la volontà di agire nel senso del cristiano amore per il prossimo. Con queste riflessioni invochiamo per voi, care concittadine e cari concittadini, per il nostro prossimo e per noi stessi, la protezione dell’Onnipotente.

Coira, settembre 2012

In nome del Governo
La Presidente: Barbara Janom Steiner
Il Cancelliere: Dr. Claudio Riesen
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